Le terre della Rosciola

Ha una sensibilità bassa ai parassiti e agli agenti atmosferici e al naso presenta sentori erbacei e di carciofo con una piccantezza media. Sono queste le qualità che contraddistinguono la Rosciola, varietà di olive autoctone dei Monti Prenestini al centro di una serie di progetti di rilancio sia in termini di cultivar che di promozione commerciale. Le sue caratteristiche hanno rilanciato la produzione quest’anno sia in termini di quantità che di qualità.

Gli ultimi riconoscimenti avuti a livello nazionale da importanti “istituzioni” come il Gambero Rosso, Bibenda e SlowFood confermano che la strada tracciata è quella giusta. È un cammino verso la tutela e riscoperta dell’agricoltura del territorio, in un territorio come San Vito Romano, ricoperto per il 70% da distese di uliveti.

Nell’olio de La Rosciola ci sono i colori del sole che irraggiano questi terreni e il profumo delle erbe dei campi con sentori di carciofo e mandorla. Alle analisi di laboratorio l’olio marchiato La Rosciola presenta un elevato contenuto in polifenoli, con un rapporto minimo di acidi grassi insaturi/saturi che ne determinano una fluidità elevata. Un prodotto di eccellenza della dieta Mediterranea, che preserva intatti i valori nutrizionali di questo comprensorio, dove la natura la fa da padrone. In ogni vasetto c’è racchiuso una porzione del territorio, che è diventato un vero e proprio must per i ristoratori e le aziende ricettive dei Monti Prenestini.

In un consumo evoluto, sempre più consapevole dell’importanza degli elementi naturali della terra, l’olio rappresenta secondo diversi studi un rimedio naturale per combattere malanni di stagione e rispondere al meglio alle sfide che ci pone ogni giorno la vita. Gli ultimi dati disponibili parlano di una crescita del fatturato in Italia (54 milioni di euro, +3%),e all’estero (16 milioni di euro, +77%). Significativo l’incremento dei volumi di vendita: i litri d’olio venduti sono stati 16,1 milioni (+23,8%). Tra questi, 9,5 milioni di litri di olio extra vergine 100% Italiano (+68%), e un milione di litri di olio extra vergine biologico 100% Italiano (+52%). 

San Vito Romano

San Vito Romano (Santuitu in dialetto sanvitese) è un comune italiano di 3.320 abitanti della provincia di Roma nel Lazio. Si trova nell’area dei Monti Prenestini, a 50 km dal capoluogo di provincia: Roma. Gli abitanti si chiamano sanvitesi (santuitisi in dialetto). Geografia fisica Territorio Il comune sorge sui Monti Prenestini, non distante dal Monte Guadagnolo.

La morfologia del territorio è collinare. Il mar Tirreno si trova invece a circa 75 km. La prima località marittima più vicina è Nettuno, quindi Anzio. Il centro urbano si trova a 655 m , mentre il punto più alto del Comune, tocca quota 720 m . Nel territorio comunale scorre il fiume Sacco.

Al centro dell’attuale struttura urbanistica, il Monte di San Vito, dove sorge la Chiesa dedicata al Patrono, è una delle zone più alte dalla quale si può godere di una particolare angolazione del Castello Theodoli, che ne esalta la caratteristica forma a nave, voluta dal Marchese Carlo. Il paese ha dunque un aspetto particolare: sviluppandosi su più Colli, come il Monte San Vito, il Colle di Compigliano, la Torricella e Le Cese, racchiude al centro un borgo ricco di vicende storiche e che ne hanno segnato la realizzazione ed i successivi interventi. Sviluppatosi secondo il modello dell’incastellamento, San Vito si estende su due centri urbani: quello medievale, al di sotto del Castello, detto nnabballe, caratterizzato dalle arenarie affioranti, dalle suggestive logge, dalla chiesa di San Biagio, fino a chiudersi con la porta della Mola e con porta Olevano, e quello seicentesco, detto nnammonte, che dalla porta a principio del borgo Mario Theodoli risale l’abitato fino a snodarsi nei due rami della provinciale Empolitana, l’uno verso Genazzano e l’altro verso Pisoniano.

Entrambe le diramazioni sono ricche di punti panoramici: dal Belvedere Angelo De Paolis e dal Colle di Compigliano si possono vedere due esatte metà del centro storico medievale, che si riversa sulla via di ponte Orsini e che vede il Castello in posizione dominante sull’abitato.